Cava di Maso - Consolidamento della parete rocciosa nord - Bari (BA) - ITALY
2015-2017

L'intervento riguarda il consolidamento della parete rocciosa nord dell’ex Cava di Maso ubicata nel quartiere Santa Rita - Carbonara 2 del comune di Bari. Il progetto, redatto in A.T.P. con lo studio Romanazzi Boscia a Associati S.r.l. di Bari, è risultato vincitore nell’ambito di una gara pubblica ed è oggi in via di attuazione.
L’ex cava di Maso ha uno sviluppo di circa 65.000 mq ed è caratterizzata da pareti di altezza compresa tra i 24 ed i 30 metri. Ha forma di un poligono irregolare pressoché rettangolare formatosi dal 1960 al 1984 a seguito delle attività estrattive operate proprio a partire dalla parete nord, oggetto degli interventi. Sia la parete nord che quella posta ad ovest conservano ancora le caratteristiche naturali conseguenti alla attività di coltivazione della cava. La parte est è connotata da un’imponente parete in cemento armato costruita, a seguito della grave esondazione avvenuta in epoca recente, per il contenimento e la regimentazione delle acque. Il lato a sud appare oggi rinaturalizzato e modificato rispetto all’originaria configurazione della cava, anche a seguito della realizzazione della strada di accesso alla stessa.
Nelle aree immediatamente prospicienti, sui fronti nord, ovest e sud, sono stati successivamente realizzati edifici di altezza variabile tra 8 e 10 piani, che costituiscono uno dei nuclei del quartiere Santa Rita. Il fronte est, ove si scorge il letto del Torrente Picone ed il canale deviatore che immette poco più a nord nel tratto terminale del Torrente Lamasinata, offre una visuale più libera ed una panoramica sul territorio.
Lo studio geotecnico ha fornito preliminarmente l’indicazione volumetrica del terrapieno da prevedere quale soluzione ottimale ed ineludibile per garantire staticamente l’intervento di consolidamento della parete nord. Da qui si è partiti con la necessità e la volontà di trasformare un esigenza ingegneristica di indubbio impatto sul sito e sul territorio in una opportunità di riqualificazione dello stesso con valenze urbanistiche, paesaggistiche ed ambientali.
Si è voluto cercare soluzioni in grado di preservare la memoria del sito anche da un punto di vista morfologico così come costituitasi con le attività antropiche legate alla coltivazione della cava.
Il progetto quindi prova a svilupparsi in più direzioni:
-    la valorizzazione delle caratteristiche morfologiche del sito;
-    la permanenza dei segni e la conservazione della memoria del luogo; 
-    la valorizzazione delle peculiarità paesaggistiche (vedute panoramiche);
-    la integrazione con il contesto urbano di recente formazione;
-    la creazione di un’area di fruizione a servizio del quartiere;
-    la riqualificazione ambientale;
-    la creazione di un nuovo scenario e la complementarità con futuri interventi di rifunzionalizzazione della cava;
-    la sostenibilità in fase di realizzazione dell’intervento;
-    la sostenibilità per la futura gestione.
Il progetto del rilevato, previsto per il consolidamento statico della parete nord dell’ex cava, si trasforma così in nuova opportunità di riqualificazione di un’area che appare totalmente in abbandono e si rende funzionale alla riqualificazione dell’intero quartiere di Santa Rita connettendo l’area interna della cava alla maglia edificata mediante l’area/giardino posta a cerniera e in posizione di supremazia visiva rispetto al territorio.
L’intervento proposto consta di due macro ambiti:
-    la sistemazione a quota strada (m +55,00 s.l.m.);
-    gli interventi sul rilevato (da m +55,00 a m +25,00 s.l.m.).
Essi contribuiscono alla formazione di tre distinti contesti con caratteristiche morfologiche e funzionali differenti ma tra loro connesse:
-    la porta di accesso: con viste panoramiche;
-    la passeggiata: i terrazzamenti con luoghi di sosta;
-    l’ambiente naturale: la cava.
Ognuno dei tre luoghi, così destinati, ha suggerito ipotesi progettuali distinte per quel che riguarda l’impianto e la configurazione architettonica. Tra loro strettamente connessi, sono altresì accomunati da un unico linguaggio per quel che concerne l’uso di materiali (legno, pietra e acciaio corten) consoni all’habitat naturale e a quello antropizzato dalla ormai storica attività di estrazione.
La creazione di un percorso di fruizione con aree di sosta porta implicitamente a immaginare questo luogo come una sorta di parco di quartiere.
committente: Ufficio del Commissario Straordinario Delegato per l’attuazione degli interventi per la mitigazione del rischio idrogeologico nella Regione Puglia - ITALY
progetto: arch. Vincenzo Russo, Studio Romanazzi Boscia Associati S.r.l. (ingg. E. Romanazzi, G.F. Boscia, S. Giotta, F. Paccapelo), Piacentini Ingegneri S.r.l., ing. Nicola Tafuni, ing. Paolo Greco, ing. Antonio Siano, dott. Mario Frate, Dott.ssa Lucia Ceci
imprese: Nicola Daloiso S.r.l., Margherita di Savoia (BT), Modomec Ecoambiente S.r.l., Massafra (TA)
luogo: Bari (BA) - ITALY
anno: 2017

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